Gatto del Bengala
Introduzione
Il gatto del Bengala è sicuramente bellissimo, ma questa razza presenta non poche particolarità ed è per questo motivo che è diventata sempre più famosa ed apprezzata.
Si tratta di una razza relativamente nuova, che si è sviluppata intorno agli anni ‘60 del Novecento negli Stati Uniti, dove la genetista Jean Sugden (divenuta poi poi Jean Mill) incrociò per la prima volta un gatto leopardo asiatico, il gatto leopardo (Prionailurus bengalensis, in passato conosciuto come Felis Bengalensis), un piccolo felino selvatico diffuso nel Sud-est asiatico, dal manto maculato color ocra e dalle abitudini notturne e solitarie, con un gatto domestico con l’intento di creare una piccola pantera o leopardo da compagnia, dall’aspetto selvatico, ma con carattere di gatto domestico.
L’idea non era tuttavia completamente nuova: già nel 1889 l’artista e giornalista britannico Harrison William Weir aveva incrociato un gatto leopardo asiatico con un gatto domestico. Tra il 1934 e il 1941 numerosi furono gli ibridi simili citati in pubblicazioni scientifiche belghe e giapponesi. Ciononostante, a dare il contributo maggiore alla nascita del gatto del Bengala e al suo allevamento, è stata proprio Jean Mill, al tempo ancora conosciuta come Jean Sudgen, che può essere considerata la vera creatrice di questa razza. Già da lungo tempo Jean Mill era dedita alla ricerca e al 1946 risale, pubblicato presso la cattedra di genetica dell’Università di Davis, un suo documento di ricerca dal titolo «Crossbreeding», in italiano «Ibridi di gatti domestici».
Gatto del Bengala – Foto–1
La razza tuttavia non ha mai preso realmente il via fino al 1970 quando Mill decise di riprendere il progetto. Nel 1975 un gruppo dei suoi gatti venne donato alla Loma Linda University, per uno studio genetico da parte di Willard Centerwall. Il dottor Centerwall volle provare a rendere immuni dalla leucemia felina i gatti domestici incrociandoli con un esemplare di gatto leopardo asiatico. Non riuscì nell’intento, ma diede inizio ad una nuova razza, il «bengal», che venne così definita da Bill Enger nel 1974. Incroci sono avvenuti con esemplari di mau egiziano, burmese, abissino e ocicat, per rendere questo felino più docile verso l’uomo: i primi esemplari ottenuti avevano infatti un carattere selvatico ed alquanto nervoso. Gli ibridi maschi ottenuti dai primi incroci sono geralmente sterili fino alla terza generazione filiale, mentre le femmine sono fertili e su di loro si è fondata la selezione della razza. Negli allevamenti si usano solo esemplari di generazione F4, così da non far ereditare ai cuccioli l’indole troppo selvatica e per avvicinarsi maggiormente all’indole mansueta del gatto domestico.
Fu riconosciuto dalla TICA nel 1986. Successivamente venne riconosciuta dalla Governing Council of the Cat Fancy (GCCF) nel 1997, dalla FIFe e dalla Australian Cat Federation (ACF) nel 1999. Una delle ultime associazioni ad accettare la razza è stata la Cat Fanciers’ Association (CFA), che qualificò un esemplare nella categoria degli incroci il 7 febbraio 2016. Si tratta di esemplari davvero bellissimi, dal particolarissimo manto maculato e dalle caratteristiche caratteriali difficili da trovare in altri felini.
Il gatto del Bengala si riconosce subito e non solo per via del suo pelo inconfondibile ma anche perché è uno dei pochissimi felini che ama l’acqua. Oggi questa razza è diffusa ed apprezzata un po’ ovunque ma specialmente negli Stati Uniti e in Europa: si possono trovare allevamenti anche in Italia e sembra proprio che questi gatti siano davvero molto amati!
Gatto del Bengala – Foto–2
Caratteristiche e standard di razza
Dal punto di vista fisico, la caratteristica principale del Gatto del Bengala è senza dubbio il suo manto maculato, a pelo corto, che deriva appunto dal suo antenato leopardo. In verità, come vedremo tra poco, non tutti gli esemplari presentano delle macchie: nello standard di razza sono ammesse anche le striature ma devono avere delle caratteristiche ben precise
Questo gatto ha un aspetto selvatico e atletico. La corporatura è piuttosto robusta: non parliamo di un esemplare di piccole dimensioni ed i maschi possono raggiungere anche i 9-10 Kg di peso, mentre le femmine sono generalmente più piccole. Il corpo è muscoloso e allungato. Le zampe sono di media lunghezza, solide e muscolose. Quelle posteriori sono lievemente più lunghe di quelle anteriori. I piedi sono grandi e rotondi.
Un aspetto peculiare è rappresentato dalla coda: di media lunghezza, assottigliata, presenta degli anell, con la punta arrotondata e sempre nera. Il ventre è obbligatoriamente maculato. Gli occhi sono grandi, ovali, quasi rotondi, un po’ a mandorla, leggermente obliqui verso la base delle orecchie e ben distanziati, sono molto espressivi ed il loro colore può variare da esemplare ad esemplare. Le orecchie sono medie-piccole, abbastanza corte, larghe alla base, arrotondate in punta e leggermente piegate in avanti così che sembrano più grandi. La testa è un ampio cuneo con contorni arrotondati. Essa è più lunga che larga e sembra leggermente piccola rispetto al corpo. Il profilo presenta una curvatura dolce dalla fronte al dorso del naso e una lieve concavità del naso. Il naso è grande ed ampio e il tartufo è rosso mattone. La canna nasale si estende fin sopra gli occhi. Il muso è largo e pieno. Il gatto presenta delle tigrature sulla faccia e sulle guance (come tutti gatti tabby) e la «M» di Maometto sulla fronte. Il colore del contorno degli occhi, del muso e delle labbra è nero, così come è nera pure la base dei baffi sui cuscinetti, che sono grandi e pronunciati. Gli zigomi sono alti e prominenti. Il mento è forte e allineato con la punta del naso. Il collo è lungo, solido e muscoloso.
Per quanto riguarda il manto, che è la caratteristica più spiccata di questo bellissimo gatto, può essere differente da esemplare ad esemplare. Il pelo è medio–corto, fitto, sottile, liscio, aderente al corpo e, caratteristica peculiare, morbido e setoso al tatto. Altra particolrità è il «glitter», cioè la trasparenza e l’assoluta assenza di colore dell’estremità di ogni singolo pelo, che fa sì che la luce diretta sia riflessa donandogli quella lucentezza così unica e particolare. Alcuni mici presentano delle striature mentre altri sono proprio maculati, esattamente come un vero leopardo. Ci sono quindi due disegni: «maculato» (o spotted) che inckude la variante «a rosetta» (rosetted) e «marbled». Le macchie devono essee ben delimitate, devono essere distribuite su tutto il corpo e in netto contrasto con il colore base del manto. Nel disegno spotted i colori sono il risultato di macchie irregolari o allineate orizzontalmente (non verticalmente come in altre razze). Se le macchie hanno due tonalità di colore e una zona centrale più chiara, sono chiamate «rosette». Il disegno «marbled» o marmorizzato è una variante del classic tabby ed è caratterizzato da tre righe parallele molto larghe sul dorso e da «ali di farfalla» sulle spalle e sui fianchi. Volendo dividere i colori tipici del pelo della razza in tre macro–categorie potremmo definirle come Brown , Silver e Snow (con le varianti Seal Lynx Point, il Seal Mink e il Seal Sepia); analizzando gli esemplari appartenenti ad ognuno di questi insiemi, possiamo notare variazioni sia di intensità che di tonalità. Esistono altri colori, come il melanistic (nero) o il blu, ma non non accettati da tutte le associazioni.
I gatti di questa razza sono molto loquaci, più della maggior parte delle altre razze. Comunicano regolarmente ai propri padroni che cosa desiderano e come si sentono. Il Bengala ha un miagolio particolare che ricorda quello di un felino selvatico: alcune volte il loro miagolio è in realtà più simile a un debole latrato roco piuttosto che un vero e proprio miagolio acuto e altre è molto profondo. Finché il Bengala è giovane e in crescita, i suoi miagolii saranno scarsi e stentorei, mentre imparerete a riconoscere quelli più potenti e caratteristici del Bengala adulto. Un miagolio basso indica che il gatto è a disagio o abbattuto per qualche ragione. Un miagolio acuto, invece, significa allegria e se continua a emetterlo vuole attirare la vostra attenzione. Imparerete a capire cosa sta tentando di dirvi: «mettimi giù», «dammi da mangiare», «coccolami!» Curiosamente, di solito i miagolii non sono diretti ad altri gatti: sono quasi sempre rivolti all’uomo. Il miagolio delle femmine in calore può essere molto forte e acuto.

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Carratere
Trattandosi di un esemplare nato dall’incrocio di un gatto domestico con un felino selvatico, non possiamo aspettarci che il gatto del Bengala sia esageratamente mansueto ma non dobbiamo nemmeno abbandonarci ai pregiudizi. Anche se la sua indole selvaggia può effettivamente uscire in determinate occasioni, questo gatto rimane molto equilibrato, dolce e affettuoso: a livello caratteriale la componente addomesticata prevale nettamente sul suo istinto di predatore e cacciatore. Il gatto del Bengala si adatta benissimo alla vita in appartamento ma è sempre meglio predisporre degli spazi dedicati solamente a lui, in modo da evitare danni in casa. Infatti ha bisogno di ampi spazi per sfogare la su esuberanza, per muoversi e fare tanta attività fisica e sviluppare una buona muscolatura. Ha inoltre bisogno di un costante contatto con il suo padrone (infatti molti lo definiscono un «gatto–cane») e di interagire con lui con il gioco. Molti di questi gatti adorano l’acqua e il bagno. La attenzioni da prestare a questi gatti sono le stesse viste per qualsiasi altra razza. Il pelo corto non dà problemi particolari di toilettatura. Duarante la muta si consiglia d’intensificare la frequenza delle spazzolature. Questa razza può presentare l’entropion, vale a dire l’introflessione delle palpebrecon conseguente sfregamento delle ciglia contro l’ochio e lo sviluppo di ulcere corneali. Questo problema si risolve chirurgicamente.
I gatti del Bengala, a differenza del loro antenato, non sono resistenti al virus della leucemia felina (FeLV), anche se alcuni ritengono che lo siano. Non ho però trovato prove.
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Riferimenti:
https://www.annuncianimali.it/blog/razze/gatto-bengala-carattere-e-comportamento
https://www.gattidelbengala.it/gattirazzabengala/
https://www.gattoblog.it/gatto-bengala/
https://www.ideegreen.it/gatto-del-bengala-prezzo-carattere-56966.html
I gatti – tutte le razze del mondo. Ed.: Gruppo Editoriale Castel Negrino (2011)
http://www.ilgattobengala.it/blog/?id=h55vi6so
https://www.ilmiogattoeleggenda.it/colori-del-gatto-del-bengala/
https://www.informazioneambiente.it/gatto-del-bengala/
https://quattrozampeinblog.wordpress.com/2017/11/26/gatto-del-bengala/
https://www.riviera24.it/2018/04/razze-feline-il-bengala-caratteristiche-e-attitudini-di-un-gatto-travestito-da-leopardo-281478/
http://www.trequartidiluna.it/wordpress/origini-del-gatto-bengala/
https://www.tuttogreen.it/gatto-del-bengala/
https://www.zooplus.it/magazine/gatto/razze-feline/gatto-del-bengala
ciao